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[Progetto] Stazione Canepari (e Val Polcevera)

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2019 17:02
16/03/2007 15:31
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: lucamax-ge 15/03/2007 20.53


Hai modificato il post nel mentre che stavo rispondendo alla domanda che hai cancellato

Rispondendo a questa, hanno detto che non e' sufficiente la concessione di un binario, perche' l'altro binario finirebbe troppo vicino alle case. O RFI concede due binari, o il prolungamento verso Rivarolo non si fa.




però scusa se tutta la campasso è a 2b e poi la si ristringe a 1b a certosa, allora tantovale usare 1b per il porto e l'altro (alternato, magari con scambi nelle staz. stile ovada attuale) per una linea metro sotto samp o sbaglio?
16/03/2007 15:56
Il tuo ragionamento secondo me ha due difetti:
1) Dal porto fino al parco ferroviario del Campasso meglio due binari per portare i container al Campasso e poi formare i treni per le varie direzioni, poi dal campasso fino a Rivarolo forse (e ripeto forse) un binario a doppio senso di marcia con segnalamento evoluto potrebbe bastare.
2) L'utilizzo a metropolitana della linea attuale merci non ha molto senso perché questa passa molto a monte di via Cantore e quindi il suo beneficio sarebbe minimo, in più a un binario sarebbe veramente un follia!
16/03/2007 16:01
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Io continuo a pensare che RFI non cederà mai due dei suoi tre binari che escono da nord dal parco ferroviario Campasso.
Non mi sento peraltro di biasimarli per questo, stavolta.
17/03/2007 19:29
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Re:

Scritto da: metrosur 16/03/2007 15.56
Il tuo ragionamento secondo me ha due difetti:
1) Dal porto fino al parco ferroviario del Campasso meglio due binari per portare i container al Campasso e poi formare i treni per le varie direzioni, poi dal campasso fino a Rivarolo forse (e ripeto forse) un binario a doppio senso di marcia con segnalamento evoluto potrebbe bastare.
2) L'utilizzo a metropolitana della linea attuale merci non ha molto senso perché questa passa molto a monte di via Cantore e quindi il suo beneficio sarebbe minimo, in più a un binario sarebbe veramente un follia!



Nella tua ipotesi, se parte dei container venisse organizzata al campasso, ma se una volta li non si utilizzassero altri mezzi (trasporto su gomma per intenderci), il delta di quantità di container rimarrebbe identico, quindi, in base ad un'equazione, la necessità di due binari nel tratto A (Porto-Campasso) sarebbe la medesima necessità del tratto B (Campasso-Pallavicini).
Inoltre, la linea campasso passa si è vero a monte di via cantore, ma 300 metri, non 2 km! quindi con un sistema di accesso mediante tunnel, si potrebbe benissimo raggiungere in un batter d'occhio la zona di samp.bassa. Inoltre, con ascensori neanche troppo alti, anzi paragonabili ai vari montegalletto, scassi ecc.) si raggiungerebbe la zona alta di samp, e si raccoglierebbe un enorme bacino d'utenza.
Ciao!
17/03/2007 19:53
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in base ad un'equazione

Mi sfugge l'equazione. Quale sarebbe?
17/03/2007 20:02
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Re:

Scritto da: cliobini 17/03/2007 19.53

in base ad un'equazione

Mi sfugge l'equazione. Quale sarebbe?





stabilito che
x sta a quantità,

se
x teus su treno utilizzano il tratto dal Porto al Campasso,

e a condizione che
porto-campasso debba avere 2 binari per smaltire x teus

e premesso che

a campasso i treni vengono organizzati per le varie destinazioni

si desume che
la quantità di teus rimane invariata

fatto salvo che

l'organizzazione di parte del trasporto non comporti l'impiego di mezzi su gomma,

determina che

campasso-certosa deve avere 2 binari come il 1° tratto sopracitato.

[Modificato da a1893 17/03/2007 20.04]

17/03/2007 20:38
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...matematicamente funziona...
Peraltro può verificarsi (non sono esperto...) che per formare un treno in uscita dal campasso, servano più tradotte dal porto al campasso:generalmente i merci impegnano le linee in notturna, i movimenti in porto avvengono di giorno ovviamente a ritmi più serrati.
18/03/2007 09:33
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Certo che matematicamente funziona. Tutti i container che arrivano al Campasso poi da qualche parte devono andare...
Le ferrovie però non sono matematica


fatto salvo che
l'organizzazione di parte del trasporto non comporti l'impiego di mezzi su gomma,

Che cosa vorrebbe dire? Che i container vengono portati al Campasso e poi messi su camion?

[Modificato da cliobini 18/03/2007 9.35]

18/03/2007 21:43
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Re:

Scritto da: cliobini 18/03/2007 9.33
Certo che matematicamente funziona. Tutti i container che arrivano al Campasso poi da qualche parte devono andare...
Le ferrovie però non sono matematica


fatto salvo che
l'organizzazione di parte del trasporto non comporti l'impiego di mezzi su gomma,

Che cosa vorrebbe dire? Che i container vengono portati al Campasso e poi messi su camion?

[Modificato da cliobini 18/03/2007 9.35]




Io ho semplicemente esaminato come a determinate condizioni, la necessità di 2b sul primo tratto di quella linea, abbia valenza anche nel secondo tratto.
ciao!
19/03/2007 08:38
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La necessità effetivamente potrebbe esserci se si riuscisse a far andare questi container su ferrovia.
La dimostrazione però lascia a desiderare: se infatti è vero che il numero di container è lo stesso, non è lo stesso il numero di convogli nei due tratti, poichè se la composizione dei treni avviene al Campasso, i convogli nel tratto Porto - Campasso hanno un numero minore di carri e quindi il numero di convogli che passano è maggiore rispetto al tratto successivo.
09/05/2007 15:10
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Riprendo questo topic per cercare se possibile un chiarimento. La Vincenzi ha parlato di una prosecuzone necessaria della metro fino a Rivarolo o Teglia. Nel caso si parlasse di Teglia...che tipo di collocazione si può ipotizzare? Non è che voleva intendere Canepari?
09/05/2007 21:49
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A teglia non è possibile arivarci con la metrò attuale su sede dedicata e in superficie..a meno che non voglia abbattere qualche palazzo in zona piazza pallavicini.

Mi sa di proclama elettorale...D'altronde le volontà politica si scontra sulla fattibilità tecnica solo che per Rivarolo!
09/05/2007 23:16
Credo che la Vincenzi (o meglio qualcuno dei suo scagnozzi) intendesse parlare della metro fino a Rivarolo, tutto qui. Hanno usato male e a sproposito i nomi delle zone e delle linee.
19/06/2007 14:16
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Copio e incollo un articolo postato in altra sezione del forum, nel quale articolo ho evidenziato in grassetto quanto riguarda la presente discussione:

Fs, aree all'asta per "ripartire"

articolo da www.ilsecoloxix.it
Fs, aree all'asta per "ripartire"
INTESA CON COMUNE E REGIONE
Obiettivo: fare cassa per finanziare piani di sviluppo del trasporto locale
VENDERE o comunque ottimizzare la resa più di 100 mila metri quadrati di aree ferroviarie che non servono più. A Trasta, Terralba, Prà, Voltri e in zona Ponte Parodi. È più di una prospettiva, è un accordo che stanno sviluppando in maniera congiunta Gruppo Ferrovie dello Stato, Regione Liguria e Comune di Genova. L'obiettivo? Far cassa per finanziare progetti considerati prioritari per lo sviluppo del trasporto pubblico locale e della città in genere.
Gli intenti sono comuni, e nei mesi scorsi sono stati messi nero su bianco. Ferrovie ed enti locali sono d'accordo sulle priorità. Si tratta di idee "complementari" al cosiddetto ampliamento del Nodo di Genova, la cui progettazione è quasi al termine (ma mancano ancora i 622 milioni necessari per il via ai lavori). Eccoli nel dettaglio, i cinque "piccoli nodi" da sciogliere per migliorare la mobilità dei genovesi. Si parla di metropolitana, nel testo dell'accordo, e se ne parla in due punti. Il primo è quello tra il capolinea di Brin e via Canepari. Ferrovie e Comune sono d'accordo sulla possibilità di studiare il prolungamento utilizzando una coppia di binari del rilevato ferroviario. Sul complesso nodo di Terralba l'intenzione è simile: arrivare col metrò fin qui ma senza dimenticare che l'uso primario di quest'area - soprattutto dopo la recentissima chiusura delle officine di Trasta -è quello di riparare i treni. L'utilizzo di parte del parco ferroviario consentirà di collegare Brignole e Terralba (con un tracciato sotterraneo o sopraelevato) e di ipotizzare il proseguimento del metrò fino a San Martino. Completa il quadro delle opere considerate fondamentali l'utilizzo di una porzione di area del parco ferroviario del Campasso per la realizzazione di un nuovo deposito-officina e del relativo binario di prova. Questo progetto, che potrebbe potenziare notevolmente i traffici da e per il porto, in realtà non sembrerebbe rientrare nelle priorità individuate da Trenitalia nell'ultimo piano industriale. Qualcosa, in questo senso, pare essere cambiato con l'arrivo del nuovo amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. Proprio Moretti, infatti, in una recente occasione pubblica, aveva fatto capire che il Gruppo non è intenzionato a realizzare interventi «importanti» sullo scalo del Campasso prima di una riorganizzazione della movimentazione merci all'interno del porto.
Ma i sogni, senza i denari, non stanno in piedi. Per questo nello stesso accordo vengono elencate anche ipotesi di soluzioni possibili al problema finanziamenti. Vendita di aree che non servono più, oppure richiesta di cambio di destinazione d'uso per renderle edificabili. Il dettaglio. La stazione di Genova-Sampierdarena è stata individuata come una priorità assoluta, in campo di mobilità, dal sindaco Marta Vincenzi. Parrebbe quindi che rispetto all'accordo del quale stiamo parlando, al quale ha lavorato la giunta Pericu, ci debba essere sostanziale continuità. L'accordo prevede di trasformare l'edificio della stazione e di valorizzare le aree ferroviarie contigue, in base a un progetto già presentato da Rfi. La prospettiva è quella di usare aree di proprietà comunale per garantire un effettivo interscambio nel perimetro di piazza Montano, piazza Veneto, via Degola. Non solo, perché l'idea del Comune - valutata e poi approvata dalla Vincenzi - è anche quella di fare della nuova stazione un punto di rinascita per il quartiere.
Torna poi l'ipotesi, bocciata dall'assessore all'Urbanistica della giunta Pericu, di realizzare un edificio di pregio tra via Buozzi e Mura degli Zingari, zona Ponte Parodi. In quel punto, dove è già in via di realizzazione la rotonda che dovrà semplificare la viabilità da e per il costruendo maxi-terminal di Ponte Parodi, qualcuno ipotizzò la costruzione di un palazzo. Nella bozza di accordo si parla di 11.500 metri quadrati.
A Terralba, come già spiegato, si tratta di mettere insieme le aree di proprietà del Comune e delle Ferrovie per migliorare l'utilizzo degli spazi. Si pensa, tra le altre cose, di trasferire il mercato di piazza Terralba in un edificio oggi delle Ferrovie. A Trasta sono circa 80.000 i metri quadrati da recuperare a nuova funzione dopo la chiusura (anche se 22.000 sono occupati dalla sottostazione elettrica). A seguito del completamento dei lavori di spostamento a mare della linea ferroviaria nella tratta di Castelluccio e in quella del Torrente Branega, invece, sono stati liberati 25 mila metri quadri di spazi non più utili alle Ferrovie a Pra'. Altri 1.450 metri quadrati non servono più alle Fs a Voltri, a mare della stazione, in una posizione di straordionaria appetibilità per eventuali investitori immobiliari. La "vetrina del riqualificabile" si completa con l'ex stazione ferroviaria e annesso scalo ferroviario di Campi.
Ora rimane da capire se, rispetto a questo piano concordato nei primi mesi del 2007 e mai smentito né mutato, le intenzioni delle Ferrovie dello Stato e della nuova giunta comunale non siano cambiate. In ballo non c'è soltanto il trasporto passeggeri, ma soprattutto la movimentazione delle merci e la manutenzioni del materiale rotabile.
I nodi dove potrebbero sorgere i problemi più grandi, il Campasso e Terralba, sono anche quelli a maggior rischio occupazione per i dipendenti dell'azienda dei treni. Per questo i rappresentanti dei lavoratori continuano a chiedere di essere coinvolti dal tavolo che dovrà rilanciare il rapporto tra Genova e i binari. «Il sindacato deve essere coinvolto - è l'ennesimo appello che arriva dalla segreteria regionale di Filt-Cgil - abbiamo già avuto avvisaglie preoccupanti di questo modo di agire, con lo spostamento, per decisione presa direttamente da Roma, di dieci macchinisti dalle merci al trasporto passeggeri».
daniele grillo
19/06/2007
31/12/2007 15:30
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Si riparla di Canepari, non di Rivarolo
da IL SECOLO XIX

29 dicembre 2007
Un cantiere in “salotto”
Daniele Grillo

Non piacerà al salotto buono della città e al suo commercio, il nuovo cantiere che di qui a pochi mesi il Comune e la metropolitana apriranno in largo Lanfranco, tra Piccapietra, via Roma e piazza Corvetto. Si tratta di un pozzo che servirà per la ventilazione, 15 metri di profondità e 8 di diametro che prenderanno posto tra la fermata del bus e l’edicola.

La durata prevista del cantiere è di un anno. In questo lasso di tempo l’edicola verrà spostata in un’altra sede, ancora da definirsi. Ma oltre al disagio per l’edicolante, ci sarà quello per uno dei centri nevralgici dello shopping, già provato da alcune scelte dal Comune come ad esempio quella di non realizzare il park dell’Acquasola. «Non sarà neppure necessario abbattere il tiglio - spiega Gianfranco Medri, project manager della metropolitana - e non ci saranno disagi ingenti per chi abita o lavora in quella zona». Già compiute le ricerche archeologiche per capire se ci siano o meno impedimenti di “storica” motivazione.

Nel sottosuolo c’è solamente una vecchia cisterna che i pompieri utilizzavano anni fa. Ma qualche timore, anche per le sorti della piazzetta al termine dei lavori, tra le botteghe e i ristoranti di Corvetto e via Roma, c’è. Questa è un’opera che Ansaldo considera assolutamente fondamentale, anche se la sua importanza dipende molto dalla decisione che la giunta dovrà prendere sulla stazione di Corvetto. «No, noi riteniamo che serva comunque, perché in alternativa dovremmo compiere una serie di lavori sul pozzo dell’Acquasola per renderlo adeguato alla funzione della ventilazione», precisa Medri.

Il “pozzo”. Il pozzo di piazza Lanfranco è ora all’attenzione della conferenza dei servizi, costa poco per questo tipo di lavori (1,5 milioni di euro) e rientra in quei lavori che si spera di finanziare con le risorse inizialmente previsti dalla legge 211/92 per il prolungamento della metropolitana in Valbisagno: 167 milioni di euro (più di 120 sono fermi al Cipe da anni) che guarda caso potrebbero rispondere ad alcune nuove esigenze di completamento della metropolitana genovese. Non si parla più di Valbisagno o San Martino, dove il nuovo amore sembra essere il tram, ma delle opere accessorie richieste a Brignole per fare dell’area un grande centro di snodo e di rimessaggio per i treni (la “grande riforma” di Brignole prevede anche l’acquisto da parte del Comune della parte più a ponente del palazzone delle Poste).

I fondi. La domanda del Comune per chiedere una nuova destinazione dei finanziamenti previsti ha ottenuto una risposta da parte dei ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture, che in una lettera dichiarano disponibilità assoluta a creare una commissione mista per esaminare questa prospettiva. Con il denaro a disposizione il Comune di Genova vorrebbe anche acquistare nuovi convogli e completare il tratto di prolungamento tra il capolinea di Brin e via Canepari, a Certosa. La stazione di Corvetto? La giunta Vincenzi non ha alcuna intenzione di aggiungere questo costosissimo tassello alla lista della spesa. «Reputiamo più utile il prolungamento di Certosa – conferma Paolo Pissarello, vicesindaco e assessore alla Mobilità - Corvetto non è nelle prospettive, anche se in quel punto provvederemo comunque ad armare la galleria che potrebbe, in una prospettiva molto lontana, diventare la stazione a metà tra Brignole e De Ferrari».

I soldi di Savona. Intanto l’assessore regionale ai Trasporti Luigi Merlo ha inoltrato la richiesta al Ministero dei Trasporti per portare a Genova quanto stanziato nel 2001 per l’impianto di trasporto in sede fissa che avrebbe dovuto collegare Vado, Savona e Albisola. Una soluzione, quella della “metropolitana leggera”, che si è arenata alla fine dell’anno scorso a causa di cavilli imposti dalla Finanziaria 2004 e dall’impossibilità della provincia di Savona di proporsi come soggetto sostitutivo alla realizzazione del progetto.

È di ieri la rinuncia ufficiale di Savona ai finanziamenti previsti (sarà confermata da una delibera del consiglio comunale a gennaio). «Cercheremo altri modi per rispondere all’esigenza di nuove risorse per la mobilità della provincia savonese - dice Merlo - certo è che trattandosi di fondi stanziati per una sorta di metropolitana, potranno essere più facilmente dirottabili per il completamento dell’opera genovese. Lavoreremo per questo». Venti milioni potrebbero venir bene per i treni, ma anche per, eventualmente, ripensare alla possibilità di realizzare Corvetto.

Il tram. Sul tram il Comune non molla, anzi è su questa prospettiva che gli uffici di Pissarello stanno lavorando. «Si sta mettendo mano all’analizi delle procedure più idonee per avviare la gara d’appalto - dice il vicesindaco - non bisogna aspettare troppo, però, se si decide di prendere questa strada bisogna farlo in fretta, e i primi mesi dell’anno saranno importantissimi». Intanto dopo le lamentele per i forti rumori Ansaldo ha modificato l’organizzazione dello scavo, togliendo il “martellone” dal turno notturno.
29/01/2008 20:53
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Ci sono diversi documenti in rete che riportano l'intenzione del comune di andare anche oltre Rivarolo per arrivare a teglia. La Vincenzi l'aveva pure detto in campagna elettorale, ma...boh...mi sembra fantascienza...

Preciso che i documenti che ho letto in rete erano riferiti alla giunta precedente.
29/01/2008 21:29
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Re:
GenoaJackson, 29/01/2008 20.53:

Ci sono diversi documenti in rete che riportano l'intenzione del comune di andare anche oltre Rivarolo per arrivare a teglia. La Vincenzi l'aveva pure detto in campagna elettorale, ma...boh...mi sembra fantascienza...

Preciso che i documenti che ho letto in rete erano riferiti alla giunta precedente.



E' una follia. Si sovrapponerebbe alla ferrovia per Busalla. Bisogna andare a coprire zone che non sono servite dalla metro, quindi si la valbisagno bassa (oltre non avrebbe bacino d'utenza sufficiente), si a S.Martino, Borgoratti, si a Rivarolo fino a Pallavicini.


12/03/2008 12:41
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Ho sempre ritenuto che, se arrivassero i soldi, sarebbe un'operazione da dilettanti il procedere verso canepari senza aver progettato anche Rivarolo. Mi spiego.

Il prolungamento a Canepari va comunque in grossa parte riprogettato, viste le varianti al progetto del 2001 e quindi, per evitare interferenze future e per programmare un giorno ulteriori lavori, credo che sia una cosa ragionevole progettare contemporaneamente anche la prosecuzione verso Pallavicini.

Il soggetto interlocutore sarebbe sempre lo stesso (RFI) e quindi credo sia molto meglio fare un prospetto definitivo della prosecuzione in Valpolcevera già da ora, onde evitare inutili attriti in futuro ed avere in anticipo quantomeno il progetto su carta da poter mettere in atto in futuro (speriamo non lontano).

Se si facesse così si dimostrerebbe che le lezioni del passato hanno insegnato qualcosa, se invece si procedesse con 'sta storia della mini-tratte, allora sarebbe una forte dimostrazione di incompetenza.

Voi che ne pensate?

[SM=x1405313]
12/03/2008 13:19
Credo che quando Comune e RFI avranno finalmente chiarito una volta per tutte la possibiltà di utilizzare il sedime ferroviario o meno si potrà pensare alla progettazione definitiva Brin-Rivarolo. Poi dovrebbero chiedere i finanziamenti ed eventualmente fare inizialmente solo Canepari se non ci sono i soldi ma avere tutto pronto per arrivare a Rivarolo. Questo lo dice la logica ma purtroppo questa non è molto di moda ultimamente in Italia.
12/03/2008 23:05
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Sono pienamente daccordo che si debba costruire tutto fino a Rivarolo, sarebbe assurdo mettere gli scambi a Canepari e poi dopo qualche anno rifare un capolinea poche centinaia di metri più avanti. Se canepari sarà solo una fermata il suo costo sarà molto più basso. La stazione di Pallavicini potrebbe essere costruita sopra il parcheggio accessibile dalla curva sotto i cavalcavia.
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