by Milco su Cuba; Un'isola nel Sole
RAFFAELE
A distanza di 5 anni ripropongo il pezzo che scrissi dopo l'omicidio di Raffaele a Las Tunas.
La versione ufficiale parla di omicidio a seguito di rapina, per la diffusione che ha questo blog direi di lasciarla cosi', anche se le cose proprio cosi' non sono andate...
Dico solo che Raffaele viveva della sua pensioncina, era residente quindi non aveva ragione di tenere grandi soldi in casa...cosa volevi rapinare?
Non entro neanche nel merito della cazzata dello smembramento del corpo perche’ non vale neanche la pena entrarci, le cose o si sanno o e' meglio tacere per non ridurle il tutto a chisme di ottuagenari del parque.
Gli hanno tagliato la gola, stop.
Autunno dell'anno 2000, Torino.
Non avevo ancora messo piede a Cuba, mia madre mi pare ci fosse gia' stata un paio di volte per questioni politiche.
Avevo una palestra in via Lagrange con un paio di soci, facevo il turno fino alle 17 poi tenevo corsi di musicali in altre palestre, pagavano davvero bene, tiravo su un secondo stipendio con 2 o al massimo 3 corsi ogni sera.
In una palestra in Corso Traiano vidi questo strano tizio con addosso una maglietta con la bandera.
Gli chiesi se conosceva Cuba ; “Ma io vivo a Cuba” mi rispose.
Ci scambiammo i numeri di telefono, mi disse che quando avessi deciso di visitare l'isola mi avrebbe dato una mano per capirla meglio.
Non so di cosa vivesse, non aveva la pensione che sarebbe arrivata anni dopo e di cifra modesta; credo che o avesse vinto dei soldi a una riffa nostrana oppure aveva venduto una rastra, francamente non ricordo.
A dicembre dello stesso anno mi prendo una settimana di ferie e parto per Holguin, non avevo idea di dove cazzo fosse Las Tunas.
Mi venne a prendere all'aeroporto con la sua novia dell'epoca ed un'amica che scarico' con me davanti alla casa de renta di Glennys di cui fui il secondo cliente, aveva appena aperto.
Raffaele aveva messo su una bella casetta con la tipa dell'epoca, con un patio fatto a giardino che lui curava personalmente.
In quegli anni Cuba era il giardino dell'Eden, chi c'e' stato sa di cosa parlo, mi aiuto' a capirla un po' meglio, mi diede buoni consigli che pero' lui poi non applico' nella sua vita.
Dopo un paio di vacanze Tunere ne feci un paio a La Habana, un paio a Santiago, una a Cienfuegos e un paio in Thailandia.
Tornai in citta' dopo 3 anni, si era separato perdendo tutto ed era andato a vivere con un'altra fanciulla in un buco a La Victoria, un postaccio molto ma molto a lo cubano.
Ci frequentammo ma lui era davvero diventato troppo “cubano” per cio' che allora io cercavo, erano gli anni della disco che andava a mille, delle nottate infinite, delle mattine in cui non sapevi come la tipa era finita nel tuo letto e soprattutto chi cazzo era...
Prendemmo strade differenti, se capitava un saluto, quattro parole.
La seconda moglie era un'artista del vetro, con delle scaglie colorate faceva quadri e composizioni, lui imparo' e divenne a sua volta un'artista apprezzato.
Fece mostre a Tunas, Ciego e La Habana, coloro' coi suoi vetrini un'intera stanza del Hotel Las Tunas ed il suo carro che in citta' era leggenda.
In questi ultimi anni era andato a vivere a Rio Potrero, un posto appena fuori citta' non esattamente consigliabile, la prima delle due ragazze a cui feci l'invito, Ave, veniva da li', conosco quelle zone.
Era una brava persona Raffaele, si faceva i cazzi suoi, non dava confidenza ai comemierda che infestano la citta', non si metteva in nessun chisme, in nulla.
In realta' pochi lo conoscevano davvero.
Aveva figli in Italia, nessuno si e' presentato a Cuba dopo l'omicidio.
Ne aveva altri due a Cuba, una bambina che era la luce dei suoi occhi e un diciassettenne con cui i rapporti erano, per usare un eufemismo, complicati.
Gli assassini, tutti catturati, sono piu' o meno della stessa eta' del figlio.
A Las Tunas non c'era posto nelle celle frigorifere cosi' lo hanno portato a Manzanillo, mercoledi' scorso dovevano riportarlo in citta' per le 16, sono passato un paio di volte al velorio per vedere se era arrivato, c'erano tanti italiani che, almeno per un giorno, si sono ritrovati uniti nel nome di Raffaele.
Da Manzanillo lo hanno portato in ospedale a Tunas, la dottora ha stilato il certificato di morte, poi per un ora lo hanno lasciato al velorio.
Quindi se lo sono ripreso e lo hanno portato a Holguin per cremarlo, a Tunas non c'e' il forno apposito.
A notte fonda lo hanno riportato a Tunas.
Sono passato al velorio giovedi' mattina prima di andare in palestra e lui era li'....dentro un'anfora.
Tutto intorno i suoi quadri, la sua passione di questi lunghi anni cubani.
Aveva detto ai vicini che, quando sarebbe giunto il momento, avrebbe voluto....restare a Cuba, evidentemente in quel paese non servono papeles o cose simili per rispettare una volonta'.
In tarda mattinata di giovedi' hanno fatto il funerale al cimitero, non sono credente e non era il caso di andare.
Lo avevo gia' salutato.
Ciao Rafa, e' stato un privilegio conoscerti.